25/01/2014
Dopo un lungo
periodo di assenza causa esami e concorsi vari, gli escursionisti senza
confini, sprezzanti del pericolo valanghe e annegamenti causato dalle notevoli
piogge di questo atipico inverno, vi propongono un sentiero più o meno ad
anello, molto semplice, ma altrettanto suggestivo, e che si presta ad essere
percorso praticamente in ogni stagione. Stiamo parlando del sentiero che si
apre all’interno del Parco delle Marmitte dei Giganti di Chiavenna. Giusto per
capirci, le Marmitte dei Giganti sono dei fenomeni glaciali; dato che nessuno
di noi è geologo o simili, ci permettiamo di definirle grosse pozzanghere e ci
scordiamo volutamente di segnalarvele. Non ce ne vogliate.
Ad ogni modo: il
25 gennaio si decide di partire due giorni per tentare di contrastare gli ormai
impellenti esaurimenti nervosi, e come meta si sceglie Chiavenna, cittadina in
Val Chiavenna appunto. Si parte in treno (da Milano è abbastanza agevole, un
solo cambio a Colico), e una volta scesi in stazione si va alla scoperta della
città, che offre scorci molto belli soprattutto dai piccoli ponti del centro
storico. Dopo una cena annaffiata da buon vino chiavennese e una dormita
rigenerante, il 26 nel primo pomeriggio si parte per la camminata, non dopo
essere passati al supermercato davanti alla stazione (aperto anche la domenica
mattina) per procacciarsi la merenda.
Parcheggio
Come detto
sopra, noi si è arrivati in treno, ma dato che teniamo ad avere più
informazioni possibile, abbiamo controllato: intorno alla stazione ci sono non
pochi parcheggi, alcuni a pagamento, altri no. Ad ogni modo, finché state in
zona stazione o cimitero siete comunque vicini all’imbocco del sentiero.
Sentiero
Mettetevi subito
il cuore in pace: farete molte scale. Ma vedete gli aspetti positivi: è
attività cardio in mezzo alla natura, ci saranno tratti in cui vi sembrerà di
essere nel medioevo e le vostre chiappe si rassoderanno e/o modelleranno, a
tutto vantaggio della vostra vita sentimentale. Bando alle ciance: una volta a
Chiavenna, seguite per il cimitero e percorrete il viale che vi porta
all’entrata di questo. No, non vi stiamo proponendo nulla di macabro: una volta
davanti all’entrata, vedrete a destra una stradina che costeggia da un lato il
perimetro del cimitero e dall’altro il campo sportivo. Prendetela e aggirate il
fin troppo nominato cimitero, finché la stradina non si allarga. A quel punto,
sulla sinistra c’è una scala in asfalto, cemento e poi legno. Prendetela e
iniziate a salire i gradini, superando anche l’area di sosta che troverete dopo
un po’. Sulla sinistra avrete sempre un piccolo ruscello; a gennaio non è il
caso di lavarcisi le mani, pena i geloni, ma d’estate dovrebbe essere
refrigerante. Non molto dopo l’area di sosta di cui sopra (un tavolo con
panche) troverete i primi cartelli che segnalano il sentiero, e – a nostro
parere – le peggiori mappe mai concepite dall’uomo. Se volete, potete prendere
la scala che sale alla vostra sinistra, la quale porta fino a una roccia che
domina Chiavenna; si tratta di circa mezzoretta di salita, a prenderla comoda.
Non è niente di troppo entusiasmante, ma sappiate che c’è questa possibilità.
Quando ridiscendete e tornate al punto di prima, o se decidete di non salire
proprio, prendete per “Marmitte dei Giganti – Fenomeni glaciali”, teoricamente
segnato in bianco-rosso (praticamente vi sfidiamo a trovare i pochi e malmessi
segni) e continuate a camminare, o meglio a salire i gradini del sentiero, che
ora è costeggiato da pietre e fa molto medioevo. Quando iniziate a pensare che
i gradini non finiranno mai, incontrate l’area di sosta “Prato Grande”, che a
nostro parere dev’essere un gran posto per farci il barbecue nella bella
stagione. Se avete bisogno, fermatevi, e guardate davanti a voi: l’enorme masso
rossiccio che domina il prato è il “Sasso Dragone” sul quale si possono vedere
i primi fenomeni glaciali. Riprendete fiato mentre vi proponiamo di proseguire
costeggiando il sentiero (che continua a destra del “Sasso Dragone”), quindi di
non fare i gradini ma di camminare sulla nuda terra che sta alla sinistra di
questi. Magari buttatevi alla scoperta delle piccole grotte e costruzioni sul fianco
del “Sasso”, alcune sono molto particolari e hanno quel fascino da “Game of
thrones” – almeno secondo uno degli escursionisti senza confini, che ormai è
nel trip della saga di Martin e non fa che parlarne. Potete sempre rimettervi
sul sentiero, scavalcando il piccolo muretto di pietra che lo delimita. Abbiate pazienza, dopo questa salita si arriva
sopra il “Sasso Dragone”, e il paesaggio inizia a diventare notevole e
appagante: guardatevi intorno a 360 gradi! In gennaio, se la giornata è
soleggiata e precedentemente ha nevicato, vedrete le vette circostanti
innevate; uno spettacolo non da poco. Certo, dovete avere culo, cosa che noi di
solito non abbiamo, ma a ‘sto giro ci è andata bene. Quando decidete di averne
abbastanza della bellezza che vi circonda, riprendete il sentiero, seguendo la
palina con la solita denominazione “Fenomeni glaciali”, prendendo verso sinistra.
Salite ancora di qualche decina di metri, sovrastando così il “Sasso Dragone”;
continuate a guardarvi intorno, ma soprattutto alzate lo sguardo e godetevi le
montagne che vi circondano. Il sentiero inizierà a scendere, curvando a
sinistra, ma prima di seguirlo vi consigliamo una piccola deviazione: andate
dritti, salendo sulle rocce, per arrivare ad un piccolo promontorio, sulla cui
punta c’è un ammasso di pietre del quale non abbiamo ben capito la funzione, ma
tant’è, è particolare. Fermatevi e voltate le spalle a questo piccolo mucchio:
sulla vostra sinistra si intravedono, tra i rami, le cascate di Acquafraggia, e
se il vento ha la direzione giusta ne sentite anche il rumore. Vi avvisiamo che
dalla base di queste cascate, del comune di Piuro, partono dei sentieri, che
non abbiamo potuto fare ma pare siano molto suggestivi, dato che passano per
tre borghi abbandonati. La logica ci dice che sarebbe meglio avventurarsi in
queste camminate in primavera-estate, dato che di fianco alle cascate c’è più probabilità
che il sentiero ghiacci, ma se siete esperti escursionisti vedete voi. Tornando
invece al nostro sentiero nel parco delle Marmitte dei Giganti, quando vi
stancate di stare sul promontorio a guardarvi attorno e, nel caso seguiate in
toto i nostri passi, a rifocillarvi, riprendete il sentiero che scende. Ci sono
i soliti, ormai ben conosciuti, gradini, quindi anche se i segni bianco-rossi
ci sono una volta sì e dieci no non rischiate di perdervi; l’unico grosso
pericolo, se decidete di avventurarvi in fuori sentieri, sono i rovi e le
pietre un po’ scivolose. Circa a metà della discesa c’è un piccolo boschetto,
con una panchina, che si sporge sul lato sinistro del “Prato Grande” che avete
trovato salendo. Anche da qui la vista è niente male. Ripreso il sentiero, non
molti minuti dopo si trova un’altra piccola area di sosta, stavolta un piccolo
prato. Dubitiamo che avrete di nuovo bisogno di fermarvi, ad ogni modo quando
deciderete di tornare a scendere, sappiate che manca poco per arrivare alla
fine: dopo aver costeggiato un ampio prato e scesi gli ultimi gradini, vi
ritroverete su una stradina di Chiavenna. Nel caso abbiate un pessimo senso
dell’orientamento, e ci auguriamo non sia così (volete morire sui monti?), vi
informiamo che quando ve la trovate davanti dovete seguirla verso sinistra per
tornare in città; sbucherete esattamente sul lato del cimitero opposto a quello
dal quale siete partiti.
Tempistica
Ce la siamo
presa con mooolta calma, un po’ perché il raffreddore ci spaccava il fiato, un
po’ perché avevamo tempo e un po’ perché non avevamo voglia di sbatterci (sì,
stiamo cercando giustificazioni al nostro essere mezze-seghe senza fisico);
tenendo conto di questa premessa, ci abbiamo messo due ore e mezza circa, pause
e ritorno compresi. Sapendo che il sentiero non è nulla di impegnativo, se
siete in forma potreste farlo anche in un’ora, un’ora e mezza, ma sappiate che
non vi godreste appieno il paesaggio. Qualcuno sostiene che sia un percorso
anche per bambini; secondo noi è vero solo se per “bambini” si intendono esseri
umani dai 6-7 anni in su. Certo è che è davvero uno dei più semplici.
Foto
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Prato Grande |
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Prato Grande - Sasso Dragone |
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Vista da Sasso Dragone |
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Paline su Sasso Dragone |
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Altra vista da Sasso Dragone |
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Paesaggio (foto artistica, o "foto design") |
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Lo strano cumulo di pietre |
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Vista dal promontorio con lo strano cumulo |
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Bosco e paesaggio della discesa |
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Sentiero della discesa |
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Altro paesaggio dalla discesa |
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Marmitta dei Giganti (una ve la mettiamo dai, anche se è una pozzanghera) |
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Boschetto della discesa |
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Piccolo promontorio con panchina |
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Tratto del ritorno |