lunedì 17 febbraio 2014

Parco delle Marmitte dei Giganti, Chiavenna (SO)

25/01/2014


Dopo un lungo periodo di assenza causa esami e concorsi vari, gli escursionisti senza confini, sprezzanti del pericolo valanghe e annegamenti causato dalle notevoli piogge di questo atipico inverno, vi propongono un sentiero più o meno ad anello, molto semplice, ma altrettanto suggestivo, e che si presta ad essere percorso praticamente in ogni stagione. Stiamo parlando del sentiero che si apre all’interno del Parco delle Marmitte dei Giganti di Chiavenna. Giusto per capirci, le Marmitte dei Giganti sono dei fenomeni glaciali; dato che nessuno di noi è geologo o simili, ci permettiamo di definirle grosse pozzanghere e ci scordiamo volutamente di segnalarvele. Non ce ne vogliate.
Ad ogni modo: il 25 gennaio si decide di partire due giorni per tentare di contrastare gli ormai impellenti esaurimenti nervosi, e come meta si sceglie Chiavenna, cittadina in Val Chiavenna appunto. Si parte in treno (da Milano è abbastanza agevole, un solo cambio a Colico), e una volta scesi in stazione si va alla scoperta della città, che offre scorci molto belli soprattutto dai piccoli ponti del centro storico. Dopo una cena annaffiata da buon vino chiavennese e una dormita rigenerante, il 26 nel primo pomeriggio si parte per la camminata, non dopo essere passati al supermercato davanti alla stazione (aperto anche la domenica mattina) per procacciarsi la merenda.
Parcheggio
Come detto sopra, noi si è arrivati in treno, ma dato che teniamo ad avere più informazioni possibile, abbiamo controllato: intorno alla stazione ci sono non pochi parcheggi, alcuni a pagamento, altri no. Ad ogni modo, finché state in zona stazione o cimitero siete comunque vicini all’imbocco del sentiero.
Sentiero
Mettetevi subito il cuore in pace: farete molte scale. Ma vedete gli aspetti positivi: è attività cardio in mezzo alla natura, ci saranno tratti in cui vi sembrerà di essere nel medioevo e le vostre chiappe si rassoderanno e/o modelleranno, a tutto vantaggio della vostra vita sentimentale. Bando alle ciance: una volta a Chiavenna, seguite per il cimitero e percorrete il viale che vi porta all’entrata di questo. No, non vi stiamo proponendo nulla di macabro: una volta davanti all’entrata, vedrete a destra una stradina che costeggia da un lato il perimetro del cimitero e dall’altro il campo sportivo. Prendetela e aggirate il fin troppo nominato cimitero, finché la stradina non si allarga. A quel punto, sulla sinistra c’è una scala in asfalto, cemento e poi legno. Prendetela e iniziate a salire i gradini, superando anche l’area di sosta che troverete dopo un po’. Sulla sinistra avrete sempre un piccolo ruscello; a gennaio non è il caso di lavarcisi le mani, pena i geloni, ma d’estate dovrebbe essere refrigerante. Non molto dopo l’area di sosta di cui sopra (un tavolo con panche) troverete i primi cartelli che segnalano il sentiero, e – a nostro parere – le peggiori mappe mai concepite dall’uomo. Se volete, potete prendere la scala che sale alla vostra sinistra, la quale porta fino a una roccia che domina Chiavenna; si tratta di circa mezzoretta di salita, a prenderla comoda. Non è niente di troppo entusiasmante, ma sappiate che c’è questa possibilità. Quando ridiscendete e tornate al punto di prima, o se decidete di non salire proprio, prendete per “Marmitte dei Giganti – Fenomeni glaciali”, teoricamente segnato in bianco-rosso (praticamente vi sfidiamo a trovare i pochi e malmessi segni) e continuate a camminare, o meglio a salire i gradini del sentiero, che ora è costeggiato da pietre e fa molto medioevo. Quando iniziate a pensare che i gradini non finiranno mai, incontrate l’area di sosta “Prato Grande”, che a nostro parere dev’essere un gran posto per farci il barbecue nella bella stagione. Se avete bisogno, fermatevi, e guardate davanti a voi: l’enorme masso rossiccio che domina il prato è il “Sasso Dragone” sul quale si possono vedere i primi fenomeni glaciali. Riprendete fiato mentre vi proponiamo di proseguire costeggiando il sentiero (che continua a destra del “Sasso Dragone”), quindi di non fare i gradini ma di camminare sulla nuda terra che sta alla sinistra di questi. Magari buttatevi alla scoperta delle piccole grotte e costruzioni sul fianco del “Sasso”, alcune sono molto particolari e hanno quel fascino da “Game of thrones” – almeno secondo uno degli escursionisti senza confini, che ormai è nel trip della saga di Martin e non fa che parlarne. Potete sempre rimettervi sul sentiero, scavalcando il piccolo muretto di pietra che lo delimita.  Abbiate pazienza, dopo questa salita si arriva sopra il “Sasso Dragone”, e il paesaggio inizia a diventare notevole e appagante: guardatevi intorno a 360 gradi! In gennaio, se la giornata è soleggiata e precedentemente ha nevicato, vedrete le vette circostanti innevate; uno spettacolo non da poco. Certo, dovete avere culo, cosa che noi di solito non abbiamo, ma a ‘sto giro ci è andata bene. Quando decidete di averne abbastanza della bellezza che vi circonda, riprendete il sentiero, seguendo la palina con la solita denominazione “Fenomeni glaciali”, prendendo verso sinistra. Salite ancora di qualche decina di metri, sovrastando così il “Sasso Dragone”; continuate a guardarvi intorno, ma soprattutto alzate lo sguardo e godetevi le montagne che vi circondano. Il sentiero inizierà a scendere, curvando a sinistra, ma prima di seguirlo vi consigliamo una piccola deviazione: andate dritti, salendo sulle rocce, per arrivare ad un piccolo promontorio, sulla cui punta c’è un ammasso di pietre del quale non abbiamo ben capito la funzione, ma tant’è, è particolare. Fermatevi e voltate le spalle a questo piccolo mucchio: sulla vostra sinistra si intravedono, tra i rami, le cascate di Acquafraggia, e se il vento ha la direzione giusta ne sentite anche il rumore. Vi avvisiamo che dalla base di queste cascate, del comune di Piuro, partono dei sentieri, che non abbiamo potuto fare ma pare siano molto suggestivi, dato che passano per tre borghi abbandonati. La logica ci dice che sarebbe meglio avventurarsi in queste camminate in primavera-estate, dato che di fianco alle cascate c’è più probabilità che il sentiero ghiacci, ma se siete esperti escursionisti vedete voi. Tornando invece al nostro sentiero nel parco delle Marmitte dei Giganti, quando vi stancate di stare sul promontorio a guardarvi attorno e, nel caso seguiate in toto i nostri passi, a rifocillarvi, riprendete il sentiero che scende. Ci sono i soliti, ormai ben conosciuti, gradini, quindi anche se i segni bianco-rossi ci sono una volta sì e dieci no non rischiate di perdervi; l’unico grosso pericolo, se decidete di avventurarvi in fuori sentieri, sono i rovi e le pietre un po’ scivolose. Circa a metà della discesa c’è un piccolo boschetto, con una panchina, che si sporge sul lato sinistro del “Prato Grande” che avete trovato salendo. Anche da qui la vista è niente male. Ripreso il sentiero, non molti minuti dopo si trova un’altra piccola area di sosta, stavolta un piccolo prato. Dubitiamo che avrete di nuovo bisogno di fermarvi, ad ogni modo quando deciderete di tornare a scendere, sappiate che manca poco per arrivare alla fine: dopo aver costeggiato un ampio prato e scesi gli ultimi gradini, vi ritroverete su una stradina di Chiavenna. Nel caso abbiate un pessimo senso dell’orientamento, e ci auguriamo non sia così (volete morire sui monti?), vi informiamo che quando ve la trovate davanti dovete seguirla verso sinistra per tornare in città; sbucherete esattamente sul lato del cimitero opposto a quello dal quale siete partiti.
Tempistica

Ce la siamo presa con mooolta calma, un po’ perché il raffreddore ci spaccava il fiato, un po’ perché avevamo tempo e un po’ perché non avevamo voglia di sbatterci (sì, stiamo cercando giustificazioni al nostro essere mezze-seghe senza fisico); tenendo conto di questa premessa, ci abbiamo messo due ore e mezza circa, pause e ritorno compresi. Sapendo che il sentiero non è nulla di impegnativo, se siete in forma potreste farlo anche in un’ora, un’ora e mezza, ma sappiate che non vi godreste appieno il paesaggio. Qualcuno sostiene che sia un percorso anche per bambini; secondo noi è vero solo se per “bambini” si intendono esseri umani dai 6-7 anni in su. Certo è che è davvero uno dei più semplici.

Foto

Prato Grande

Prato Grande - Sasso Dragone

Vista da Sasso Dragone

Paline su Sasso Dragone

Altra vista da Sasso Dragone

Paesaggio (foto artistica, o "foto design")

Lo strano cumulo di pietre

Vista dal promontorio con lo strano cumulo

Bosco e paesaggio della discesa

Sentiero della discesa

Altro paesaggio dalla discesa

Marmitta dei Giganti (una ve la mettiamo dai, anche se è una pozzanghera)

Boschetto della discesa

Piccolo promontorio con panchina

Tratto del ritorno

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